Capolavori sotto sequestro: quando l’arte diventa racconto di legalità

Ci sono incontri che lasciano una traccia, che uniscono mondi apparentemente distanti – come quello dell’arte e della giustizia – per ricordarci che la bellezza non è mai neutra, e che scegliere da che parte stare è un gesto culturale prima ancora che politico.

È in questo spirito che si è svolto l’evento “Capolavori sotto sequestro. La mafia che non ti aspetti”, all’interno delle Giornate della Legalità di Torino, un pomeriggio curato da CCO – Crisi Come Opportunità, in collaborazione con Trame Festival, Somewhere Studio e Biennale Democrazia.

Sul palco, Noemi Caputo, direttrice generale di Crisi Come Opportunità, che ha aperto l’incontro con parole che racchiudono la filosofia del progetto:

“Ogni crisi porta con sé una possibilità. È nei momenti di rottura che possiamo ripensare i nostri valori, ricostruire il senso di comunità, e scegliere di fare spazio alla responsabilità. L’arte, in questo, è un linguaggio potente: ci aiuta a vedere, a capire, a non girarci dall’altra parte.”

Accanto a lei, Nuccio Iovene, presidente del Trame Festival, Francesca Sironi e Alberto Gottardo di Somewhere Studio, hanno portato esperienze e prospettive diverse ma complementari, intrecciando narrazioni, luoghi e sguardi sul tema della legalità. “L’idea è di continuare a camminare insieme – hanno sottolineato – per far dialogare cultura, memoria e impegno civile. Perché l’arte può essere anche un atto di giustizia.”

A seguire, la proiezione del documentario “Follow the Paintings”, di Francesca Sironi e Alberto Gottardo, ha accompagnato il pubblico in un viaggio nel lato oscuro del mercato dell’arte: un’indagine che svela come quadri, aste e collezioni possano trasformarsi in strumenti di riciclaggio e speculazione internazionale. Un racconto che scuote, ma che soprattutto invita a riflettere su quanto la trasparenza e la responsabilità siano oggi più che mai necessarie.

L’evento non è stato solo un momento di confronto, ma una tappa di un percorso più ampio che Crisi Come Opportunità porta avanti da anni: quello di usare la cultura come strumento di rigenerazione, di dialogo e di democrazia.

Perché, come ricorda Noemi Caputo,

“L’arte non salva da sola, ma può indicarci una strada. Può insegnarci a guardare il mondo con occhi nuovi, e a credere che la legalità non sia un dovere imposto, ma una scelta condivisa, ogni giorno.”

L’evento non è stato solo un momento di confronto, ma una tappa di un percorso più ampio che Crisi Come Opportunità porta avanti da anni e che ha rafforzato in collaborazione con Trame e Biennale Democrazia.