Il progetto Ponti: cultura e teatro per la cittadinanza attiva nasce dall’evoluzione di alcuni dei maggiori progetti di CCO – Crisi Come Opportunità che, da più di dieci anni, hanno l’obiettivo di affermare come la cultura, la musica e il teatro siano strumento, collante e leva per l’educazione alla cittadinanza attiva, la legalità e il superamento delle marginalità.
Nello specifico in Calabria si porta avanti un’azione di sistema e complessa, nei territori, nelle scuole nell’IPM Paternostro di Catanzaro, nella cornice dell’educazione alla cittadinanza attiva, alla legalità, alle questioni di genere e ai sentimenti, in un’ottica di cambiamento e sviluppo territoriale. In Piemonte, si sperimentano modelli, si creano reti e collaborazioni, istituzionali e di settore, al fine di replicare e valorizzare l’esperienza sui territori, nelle scuole e all’innterno dell’IPM Ferrante Aporti di Torino.
Nell’ambito del programma culturale promosso da Biennale Democrazia, per la seconda edizione di seguito, CCO – Crisi Come Opportunità, propone tre appuntamenti aperti al pubblico nati dell’esperienza dell’associazione con le scuole, gli istituti penali e la cittadinanza attiva attraverso strumenti culturali come la musica e il teatro, creando ponti fuori e dentro la società, fuori e dentro i territori.
ANTEPRIMA
Dal 18 al 21 marzo 2023, Casa Teatro Ragazzi
Spettacolo “Se dicessimo la verità – ultimo capitolo” di Emanuela Giordano e Giulia Minoli
Lo spettacolo “Se dicessimo la verità- ultimo capitolo” è un’opera dibattito segnata dal bisogno di capire il nostro prossimo futuro, minacciato da un disimpegno che lascia ancora più spazio al potere criminale, alla “prassi” della corruzione come modus vivendi. Un percorso drammaturgico lungo dieci anni di ricerca e tante storie raccontate, ma è anche un progetto formativo, Il palcoscenico della legalità, con più di 60.000 studenti in tutta Italia “perché lo spettacolo non sia solo un’occasione isolata ma parte di un percorso di avvicinamento a temi fondamentali per la loro crescita”.
Info e Biglietti QUI
Lo spettacolo è stato preceduto da laboratori di educazione alla cittadinanza e legalità attiva attraverso il teatro in 24 classi della città di Torino che assisteranno allo spettacolo.
PANEL
24 Marzo 2023, ore 18, Binario 3 di OGR
PORTAMI LÀ FUORI • PONTI IN COSTRUZIONE TRA ISTITUTI PENALI PER MINORENNI E SOCIETÀ CIVILE. IL RUOLO DELL’ARTE E DELLA MUSICA RAP. DIALOGO APERTO
con i rapper e formatori di Crisi Come Opportunità Luca Caiazzo in arte Lucariello, Francesco Kento Carlo, Emak di SpazioZero e Daniela Ronco, Associazione Antigone Piemonte.
Modera Annalisa Camilli
In Italia esistono 17 Istituti Penali per Minorenni. I minori in regime di detenzione abitano luoghi chiusi, isolati, estromessi dalle dinamiche della società di cui sono parte. L’arte, il teatro e la musica rap, in particolare, rappresentano uno strumento di espressione immediato per i ragazzi e al contempo un’occasione unica per “portare fuori” la loro voce. Un dialogo con operatori ed esperti di settore per porsi delle domande, scoprire il ruolo dell’arte all’interno degli IPM e immaginare nuove prospettive; un modo per immaginarsi collettivamente, per qualche ora, “ai confini della libertà”.
CONCERTO
24 Marzo 2023, ore 21, Hiroshima Mon Amour: Concerto e Dj Set
PORTAMI LÀ FUORI – RAP FUORI LE S{BARRE}
Lucariello,Kento – Dj Fuzzten – 1989., Oyoshe e Oltre le barre Crew
Aiutame a durmì, scetame dimane, famme ‘nu regalo piglia ‘stu core e puortalo là fore
Barre, parole e musica, che vengono dal lavoro di rapper e formatori all’interno degli Istituti Penali per Minorenni di Piemonte, Campania, Calabria e Lazio. Un concerto e dj set per portare fuori dalle mura delle carceri minorili la musica, l’anima, i sogni e le speranze dei ragazzi in regime di detenzione che le hanno pensate, scritte e tradotte in musica.
Un momento di energia e condivisione.
Info e Biglietti QUI
Nel Novembre 2022 è stato realizzato un laboratorio intensivo di musica rap nell’Istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino, condotto dal rapper e formatore Kento grazie alla collaborazione con l’Associazione SpazioZero e il rapper Emak che stabilmente realizza laboratori con i ragazzi all’interno dell’istituto.
Sono partiti i laboratori di educazione alla legalità nelle scuole in Piemonte e Calabria, condotti dagli stessi attori e formatori che gi studenti incontrano poi in teatro durante la visione dello spettacolo “Se dicessimo la verità – ultimo capitolo” oppure da formatori della squadra di CCO-Crisi Come Opportunità. Attraverso giochi di ruolo, esercizi di concentrazione, di ascolto dell’altro, di condivisione, gli studenti vengono spinti a ragionare sui concetti di legalità e impegno civile. Vengono analizzate vicende che riguardano le realtà territoriali specifiche in cui vivono e studiano le classi coinvolte, con l’obiettivo di stimolarle a osservare il proprio comportamento quotidiano, quello della propria famiglia, del quartiere, nell’ottica di assunzione di responsabilità e cittadinanza attiva.
Nel corso degli incontri si introducono i temi affrontati nello spettacolo a cui assisteranno le scuole.
Tra dicembre 2022 e febbraio 2023 sono stati realizzati i primi incontri in 22 classi di Torino e 36 classi in Calabria nelle città di Roccella Ionica, Bovalino, Polistena, Rosarno, Locri e Catanzaro, per un totale di 1280 studenti coinvolti.
Grazie alla collaborazione con Italia Che Cambia abbiamo deciso di contribuire alla valorizzazione del movimento di realtà associative e imprenditoriali che hanno deciso da che parte stare e che quotidianamente contribuiscono al cambiamento del territorio. Un lavoro di mappatura e di approfondimento al fine di affermare la possibilità di cambiamento in un territorio difficile e offrire occasioni concrete di opposizione alle logiche della ‘ndrangheta. Nel corso del progetto saranno localizzate associazioni e realtà del territorio che mettono in campo azioni finalizzate ad apportare un cambiamento nel contesto, contrastando la criminalità organizzata ma anche la visione patriarcale della società e l’immobilità del tessuto sociale. Cliccando su ciascuna realtà si potraano leggere approfondimenti, foto e video.
Le storie sono inserite all’interno della mappa interattiva di Italia Che Cambia.
SCOPRI LA MAPPA DI CALABRIA CHE CAMBIA QUI
Dopo anni di progettualità sulla legalità, lo spettacolo “Se dicessimo la verità – ultimo capitolo” di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, approda in Calabria, all’interno di un progetto di ampio respiro che vuole, attraverso il linguaggio del teatro, offrire stimoli e opportunità di conoscere e riflettere.
Oggi, presentiamo un’ulteriore evoluzione del progetto, con nuove storie, legate soprattutto alla ‘ndrangheta che si è insediata al Nord Italia, minacciando l’assetto urbanistico del territorio, le sue regole sociali, la sua storia “sana”.
Deborah Cartisano figlia del fotografo di Bovalino (RC) Lollò Cartisano sequestrato e barbaramente ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1993, impegnata nel raccontare l’importanza della memoria delle vittime di ‘ndrangheta.
Cortocircuito associazione culturale antimafia di Reggio Emilia. Nasce come giornalino studentesco indipendente e web-tv per le scuole. Ha messo in luce la penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio.
Francesca Grillo giovane cronista della redazione Milano Metropoli del quotidiano il Giorno. Vive e lavora a Buccinasco. In questi anni è stata una delle poche voci del territorio a scrivere di mafia.
Gaetano Saffioti imprenditore edile calabrese, testimone di giustizia. La sua denuncia ha contribuito all’arresto di molti boss della Piana di Gioia Tauro. Oggi vive sotto scorta.
Maria Stefanelli prima donna testimone di giustizia contro la ‘ndrangheta. Vive sotto protezione dello Stato ed è stata testimone al maxi processo Minotauro, che indaga le infiltrazioni delle cosche calabresi in Piemonte.
Paolo Bocedi è stato uno dei primi imprenditori in Lombardia a ribellarsi alla mafia, ha fondato insieme a Tano Grasso S.O.S. Impresa nel 1991, oggi S.O.S. Italia Libera, associazione di imprenditori uniti nella lotta all’usura e al racket delle estorsioni. Nel mese di giugno 1992 ha subito un attentato di stampo mafioso a Milano. Da allora vive scortato dai carabinieri.
Stefania Pellegrini professore ordinario presso l’Università di Bologna, svolge le sue ricerche nell’ambito della Sociologia del diritto. I suoi interessi scientifici riguardano lo studio del processo civile come fenomeno sociale, l’etica delle professioni giuridiche e l’analisi del fenomeno mafioso e delle strategie di contrasto e di prevenzione. Ha attivato il primo corso di “Mafie e Antimafie” in una Scuola di Giurisprudenza e da dieci anni dirige il Master di II Livello in “Gestione e riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. Pio La Torre”.
Abbiamo utilizzato inoltre storie, riflessioni e archetipi umani che sintetizzano la complessità di un problema che non può più essere affrontato tracciando con sicurezza una linea di demarcazione tra chi è “contaminato” e chi non lo è.
Mettere in piedi un sistema per cui sul territorio rimarrà una squadra di formatori, altamente formati, che potrà lavorare nelle scuole della regione sulle questioni di genere e sul contrasto agli stereotipi. Si prevede, infatti, una formazione di formatori e formatrici che seguiranno le scuole e gli insegnanti, in collaborazione con l’Associazione Scosse e il Centro studi Women’s Studies dell’UNICAL, a cui seguiranno interventi laboratoriali sulle questioni di genere e il contrasto alla violenza destinati agli studenti di alcune scuole della Locride, fra cui Bovalino, della Piana di Gioia Tauro, fra cui Polistena, di Catanzaro e di Crotone.
Con ciò si intende elaborare forme di accompagnamento che coinvolgano le reti comunitarie ed associative, con meccanismi di progettazione sociale allargata nonché di rigenerazione degli spazi fisici e sociali.
Il progetto Ponti decide di creare un “ponte” reale e concreto tra il mondo dentro e fuori il carcere minorile; avviare una comunicazione tra pari con tutti gli adolescenti e giovani adulti del territorio calabrese, soprattutto per coloro che hanno maggiori difficoltà e che maggiormente hanno subito l’assenza di investimenti sulla comunità educante.
Nel progetto si prevede un laboratorio permanente di rap nell’Istituto penale per minorenni di Catanzaro, partner di progetto, sul modello del Presidio culturale permanente gestito da CCO a livello nazionale negli IPM di Airola (BN), Roma, Catanzaro, Acireale e Quartucciu.
Il laboratorio si svolge all’interno di uno spazio dedicato, 1 volta a settimana per 12 mesi all’anno e coinvolge rapper professionisti, un’educatrice e un tecnico audio, al fine di favorire la scrittura e la registrazione di testi e musica, spesso trasformata in brani e videoclip.
L’uso della musica rap, la lettura e la scrittura, diventano strumento di educazione emotiva e indagine per la costruzione di consapevolezza della propria individualità e delle proprie scelte personali, scardinare modelli devianti che spesso li hanno portati a quella condizione e favorire alternative possibili per il loro reintegro. Il progetto ha l’obiettivo di lavorare sui sentimenti dei ragazzi, troppo spesso inascoltati e mai indagati, potendo agire sulla leva che li induce a partecipare al crimine senza consapevolezza delle proprie azioni e conseguenze.